Garage

ven 30_10 ore 21.15


Regia: Leonard Abrahamson
Sceneggiatura: Mark O'Halloran
Attori: Pat Shortt, Anne-Marie Duff, Conor Ryan, Don Wycherley
Fotografia: Peter Robertson
Musiche: Stephen Rennicks
Produzione: Element Pictures, Broadcasting Commission of Ireland, Film4
Paese: Irlanda 2007
Genere: commedia/drammatico
Durata: 85 min



Un'anonima e semi deserta cittadina irlandese. Un luogo grigio e monotono dove tutti conoscono tutti, dove il bar in cui andare la sera è uno solo. Josie potrebbe essere il classico "matto del vilaggio": vive e lavora da sempre in una stazione di servizio, ha la bontà propria dell'ingenuità e il sorriso sempre pronto. Un giorno ad aiutarlo nel lavoro arriva David, adolescente altrettanto solitario e buono. Quest'incontro cambierà per sempre la vita di Josie.
Garage, vincitore al Festival di Torino nel 2007, è un piccolo grande dramma della solitudine. È un'indagine umana, scarna e diretta, sulla vita di un uomo e sulla società che lo circonda. Josie, interpretato con grande maestria e partecipazione da Pat Shortt, è un uomo che vive in un mondo tutto suo, fatto di lavoro e piccole conversazioni, di scherni da parte dei bulli del paese e di confidenze da parte di coloro che sono più soli di lui. Un uomo disponibile, un uomo onesto, un uomo che ha delle qualità poco adatte alla società del terzo millennio e che quindi diventa disadattato.
Il regista Lenny Abrahamson racconta questa esistenza e la solitudine che la circonda con schiettezza e rigore donando alla pellicola un sapore bivalente: se addirittura si arriva a ridere o quanto meno a sorridere, è un riso amaro, che lascia immediatamente spazio a una tenerezza malinconica e riflessiva.
Un piccolo grande film, grigio e insieme colorato: se infatti tutto l'ambiente che circonda Josie è fatto di tinte plumbee è proprio quest'uomo a dare gioia. Facendo capire quanto sia obbligatorio essere ottimisti e felici di tutto ciò che ci circonda. Perché anche la vita che apparentemente sembra essere la più desolata e triste ha in sé delle piccole grandi gioie da cogliere senza titubare.
Un personaggio che ricorda un po' quelli loachiani, dalla purezza indiscussa e dalla forza di volontà disarmanti. Un film (che arriva con grande ritardo nelle sale italiane) da vedere per apprezzarne la genuinità e il sapore d’altri tempi. Letizia della Luna

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